15 Aprile 2020 - News
NEWS 15 aprile 2020
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Comunicato congiunto C.A.I.-ANPAS
CORONAVIRUS, C.A.I. DONA AD ANPAS
50 AUTO PER L’ASSISTENZA DOMICILIARE
Si rinnova la collaborazione tra C.A.I. e ANPAS: il Club Alpino Italiano stanzia 500mila euro per l’acquisto di mezzi utilizzati dai volontari delle pubbliche assistenze d’Italia
Se è vero che “le montagne sanno aspettare”, lo stesso non si può dire per coloro che hanno bisogno di assistenza, soprattutto nei giorni dell’isolamento forzato per contenere la diffusione del coronavirus.
Il Club Alpino Italiano ha voluto compiere un gesto concreto di solidarietà stanziando mezzo milione di euro per sostenere in tutto il Paese l’assistenza domiciliare a chi ne ha più bisogno, a cominciare da anziani, malati e disabili.
Il C.A.I. rinnova così la collaborazione con ANPAS: i 500mila euro saranno utilizzati per l’acquisto di 50 Fiat Panda, donate e messe a disposizione delle pubbliche assistenze di tutto il territorio nazionale per raggiungere le case di chi è in difficoltà a causa dell’emergenza in corso.
«Sono giorni difficili per tutti, anche per noi, che siamo costretti a rimanere nelle nostre case anziché andare sulle amate montagne. Ma se saremo capaci di valorizzarli, non saranno giorni inutili» spiega il Presidente generale del C.A.I., Vincenzo Torti. «La somma stanziata vuole essere l’espressione della solidarietà del Club Alpino Italiano nei confronti dell’intero nostro Paese. Abbiamo scelto di devolverla attraverso una collaborazione con ANPAS, nostra amica nella costruzione della Casa della Montagna di Amatrice, che ha bisogno di mezzi per consentire ai propri volontari di raggiungere le case di coloro che hanno bisogno di assistenza per età, malattia o disabilità. Queste cinquanta autovetture andranno ai volontari, in tutte le regioni, rappresentando così un Sentiero Italia C.A.I. della solidarietà».
La conferma dell’efficacia di questa collaborazione di reciprocità solidale – che, come ricordato da Torti, ha portato alla realizzazione della Casa della Montagna di Amatrice, che oggi ospita il centro operativo comunale per la gestione dell’emergenza Covid-19 – arriva proprio dalle Pubbliche assistenze. «Un grazie a nome di tutti i nostri volontari ai nostri compagni di viaggio del C.A.I.» commenta il presidente di ANPAS nazionale e virologo, Fabrizio Pregliasco. «È in momenti come questi che si vede veramente il valore dell’amicizia e della vicinanza tra due associazioni come il Club Alpino Italiano e ANPAS. Un riconoscimento importante, prima di tutto a livello etico, del nostro agire. Un grazie personale al presidente Torti, che si è particolarmente attivato affinché fosse possibile questa donazione che aiuterà a migliorare ulteriormente l’efficacia del nostro impegno quotidiano in tutta Italia nell’assistenza domiciliare».
Secondo il Presidente generale del C.A.I., questo è «il modo migliore con cui scambiarci gli auguri di Pasqua. Una Pasqua che – conclude – ci possa accompagnare nel cambiamento, per potere fare sempre meglio. Con una presenza del C.A.I. intelligente, solidale e onesta. Stando a casa, ovviamente. Perché le nostre montagne sanno aspettare».
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Covid-19
Lettera ai Soci del Presidente generale del C.A.I.
Vincenzo Torti
Stiamo vivendo momenti difficili e tristi, messi a confronto con realtà crude e difficilmente immaginabili, che, nel giro di un mese, hanno cambiato la nostra vita tanto repentinamente, quanto profondamente.
Siamo stati chiamati a confrontarci con drastiche limitazioni nella libertà di movimento e con la necessità di adottare stili di vita , dall’oggi al domani, radicalmente diversi, di pari passo con le incertezze e i timori per quanto potrebbe accadere a ciascuno di noi, nessuno escluso.
A questa delicata, quanto complessa, situazione dobbiamo adattarci prontamente, prestando una grande attenzione ai comportamenti da tenere, per noi stessi e per gli altri, a cominciare dalle fasce della popolazione più esposte alle conseguenze del possibile contagio da coronavirus.
Nell’editoriale che trovate nel numero in uscita di Montagne360 (aprile 2020), per la prima volta on line e a disposizione di tutti, stante l’impossibilità segnalataci di provvedere a gran parte della distribuzione postale, oltre a raccontare l’esempio lodevole di Codogno, zona rossa della prima ora, informo tutti voi della sospensione temporanea, adottata sin dal 5 marzo, di tutte le assemblee sezionali, regionali e persino di quella nazionale, nonché delle attività che avrebbero comportato riunioni e la copresenza di persone, con riferimento anche a quelle in ambiente.
Si è trattato, come potrete intuire, di un provvedimento sofferto, quanto condiviso a tutti i livelli centrali, che è stato apprezzato dalle Sezioni e dai Direttivi, oltre che dalla Commissioni Tecniche e che, visto alla luce dell’oggi, è risultato corretto e tempestivo, benché già con la consapevolezza – sol che si consideri che il 31 gennaio la Presidenza del Consiglio dei ministri aveva dichiarato lo stato di emergenza per sei mesi – che ulteriori differimenti avrebbero dovuto essere adottati e molte attività sospese, in attesa di un ritorno alla normalità dai tempi lunghi.
In contemporanea e molto opportunamente i responsabili del nostro Soccorso Alpino hanno avviato una campagna di generale sensibilizzazione perché si evitasse qualunque forma di attività in montagna, non solo per il pericolo di contrarre o diffondere il virus – comunque presente – quanto piuttosto per non coinvolgere i soccorritori volontari, in caso di incidente, a contatti dall’esito imprevedibile (molti sono gli operatori sanitari contagiati) e, ancor più, per non aggravare il carico delle strutture ospedaliere, già al limite del collasso, col rischio di compromettere, oltre all’altrui, anche la propria possibilità di cura.
Ecco perché abbiamo ricordato a tutti, soprattutto agli irriducibili, che “Le montagne sanno aspettare”, richiamando alla pazienza e alla rinunzia, qualità che ci hanno insegnato i più grandi alpinisti, a cominciare da Reinhold Messner che, ancora nelle recente favola di Layla, ha ribadito che “la rinunzia, non il consumo, è la chiave della felicità”.
Certo , abituati come eravamo – ma già non siamo e non potremo essere più – ad una quotidianità contrassegnata dal “tutto e subito”, con una commistione di perenne insoddisfazione e incapacità di attesa, con priorità spesso votate al dispendio di risorse, l’impatto sarà duro, ma offrirà l’occasione per ripensare e rivedere abitudini negative, anche perché, come osservava Michael Ende, “in questi anni siamo corsi così avanti che ora dobbiamo sostare per consentire alle nostre anime di raggiungerci”.
Non so dire se quanto sta accadendo sia paragonabile ad una guerra, anche se è certo che ci confrontiamo con un nemico, per quanto invisibile, ma credo che tutti noi e, quindi, il nostro Club Alpino Italiano, avremo un ruolo fondamentale nell’indirizzare il dopocoronavirus verso una effettiva attenzione ed un reale rispetto per la natura, la bellezza e, quindi, l’uomo.
E se l’oggi non è paragonabile a momenti come quelli vissuti nel 1939, quando fu modificato dall’alto l’art.12 dello Statuto, prevedendo che “i Soci… debbono esclusivamente appartenere alla razza ariana”, il “dopo” di questa pandemia dovrà comunque vederci animati dalla stessa determinazione dei nostri predecessori, così chiaramente espressa, nel 1944, dall’allora Reggente Guido Bertarelli: “La bufera che colpisce le nostre sezioni e i nostri rifugi è forte, tuttavia noi abbiamo un dovere evidente: mantenere salda la compagine e difenderla; poi si discuterà del meglio da fare. Stiamo tutti uniti e concordi: riprenderemo con vigore nuovo”.
Rispettiamoci ed aiutiamoci, quindi, oggi, perché il momento in cui riprendere appieno la vita e, con essa, le nostre attività e iniziative arrivi il prima possibile.
E se avremo saputo “mantenere salda la compagine”, riconfermando la nostra appartenenza al Sodalizio, nonostante qualche contingente difficoltà nelle iscrizioni e nei rinnovi, saremo in grado di riprendere con ancor maggiore entusiasmo il nostro “Sentiero” e tornare, finalmente, alle nostre montagne, riscoprendole, se possibile, ancora più belle di come le abbiamo lasciate.
E allora, care amiche e cari amici, con un rinnovato invito alla pazienza, non posso che raccomandarvi di avere cura di voi e dei vostri familiari, assicurando al C.A.I., appena possibile, la vostra preziosa appartenenza.
Arrivederci a presto.
Vincenzo Torti
Presidente generale Club Alpino Italiano
Il numero di aprile di Montagne 360 è consultabile online e scaricabile in formato pdf a questo link: https://issuu.com/cai-clubalpinoitaliano/docs/montagne360-aprile2020
Buona lettura!