23 Novembre 2020 -

Votiamo la Frana di Spriana per i luoghi del cuore FAI!

Arriviamo a 2000 voti!

A questo link è possibile votare la frana di Spriana come luogo del cuore FAI. Bastano due semplici click! Condividiamo! https://www.fondoambiente.it/luoghi/frana-di-spriana?ldc

COMITATO CIVICO

Sicurezza e informazione per la frana di Spriana

Nel marzo del 2017 la Sezione Valtellinese del CAI di Sondrio e la Fondazione Luigi Bombardieri avevano dato il loro patrocinio a un’iniziativa volta ad attirare l’attenzione della popolazione sullo stato dell’arte dei lavori e del monitoraggio della frana di Spriana, una criticità di dissesto idrogeologico incombente sulla Valmalenco e sulla città di Sondrio.

Il CAI e la Fondazione che, tra le loro finalità, hanno proprio quella di interessarsi dei problemi legati alla montagna e alle popolazioni che abitano le Terre Alte, avevano, all’indomani dell’alluvione del 1987 e della caduta dell’enorme e luttuosa frana della Val Pola, organizzato un convegno dal titolo “Prevenire o subire?”, convinti com’erano e come sono tuttora, che la soluzione vincente sia quella di porre in atto ogni azione utile per cercare di eliminare o, perlomeno, limitare possibili danni alle persone e alle cose in caso di dissesti idrogeologici.

Per la frana di Spriana, che tutti si augurano non abbia mai a precipitare a valle, ma che non può in alcun modo essere presa alla leggera, era stata prevista la realizzazione di due by pass che consentissero, in caso di caduta del materiale e di formazione di un lago (come l’esperienza insegna), il deflusso delle acque a valle, evitando in tal modo l’esposizione a rischi di tracimazione incontrollata o, peggio ancora, a situazioni analoghe a quelle terribili del Vajont.

I lavori vennero appaltati e iniziati, il Comune di Sondrio predispose piani di evacuazione per i cittadini e organizzò anche alcune prove pratiche di evacuazione.

Sembrava di essere sulla buona strada per dare sicurezza e tranquillità alla popolazione ma, poi, è caduto il silenzio: i lavori interrotti, ripresi e ancora interrotti; un solo by pass predisposto, ma carente, perché non rivestito internamente (con i conseguenti rischi di cedimento ove dovesse scorrervi dell’acqua) e, in ogni caso, ostruito al suo interno, con effetti negativi ove sorgesse la necessità di farvi defluire l’acqua del possibile lago che si verrebbe a creare.

Il piano di evacuazione non è stato più aggiornato e distribuito ai cittadini di Sondrio, le prove di allarme sono state sospese da decenni, il cantiere è fermo dal 2008, mentre la frana continua il suo lento movimento ed è oggetto di studio da parte di tecnici e di università italiane che hanno, ripetutamente, segnalato la situazione altamente pericolosa.

Certo, nessuno sa se e quando la frana collasserà, ma siamo testimoni che questi fenomeni, anche se monitorati, si manifestano quando meno ce lo si aspetti: basti pensare alla frana del Ruinon, a quella di quest’estate nei pressi di Chiareggio, a quelle della Thurwieser, del Cengalo (versante svizzero), di San Giacomo Filippo (Gallivaggio), di Fumero e gli esempi potrebbero proseguire.

Sconcerta quindi che le opere intraprese (che hanno già avuto un grosso costo per la comunità) siano lasciate in una sorta di “sospensione”, come tante altre opere in Italia interrotte per le più svariate ragioni e molto spesso oggetto di scandali, messi in luce da indagini giornalistiche, come quelle della nota trasmissione televisiva “Striscia la notizia”.

Non vorremmo che anche noi valtellinesi venissimo additati come persone incapaci di portare a compimento opere pubbliche di utilità sociale, finalizzate alla prevenzione di lutti e danni per poi piangere quando il disastro si dovesse verificare e correre alla ricerca dei colpevoli tra quelli che avrebbero potuto e dovuto agire e non hanno agito.

Abbiamo ripreso a cuore questo problema e, con entusiasmo, abbiamo aderito al Comitato Civico per la frana di Spriana che si è costituito l’anno scorso e che ha già dimostrato, nonostante le limitazioni dovute al Coronavirus, dinamicità e attivismo per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni con conferenze stampa, incontri in Prefettura, coinvolgimento di numerose associazioni.

Il tutto finalizzato a cercare di fare in modo che vengano ripresi i lavori per l’ultimazione di almeno uno dei due by pass, per sensibilizzare e informare la popolazione, in maniera corretta e non allarmistica, circa il pericolo che incombe sulle nostre teste.

La “Frana di Spriana” è stata anche candidata come “Luogo del cuore FAI”, nell’ambito del “Progetto Alpe”, che mira a salvaguardare i borghi e i villaggi che si trovano sopra i 600 metri di altitudine, minacciati da abbandono o, come nel nostro caso, da distruzione.

Continueremo a lavorare con il Comitato per il raggiungimento degli obiettivi che si è prefisso e nel contempo invitiamo tutti a votare per il “luogo del cuore”, con un semplice click a questo link: https://www.fondoambiente.it/luoghi/frana-di-spriana?ldc

Un gesto semplice e gratuito, ma carico di significato simbolico e di coscienza civica, al pari dell’altro luogo candidato dal FAI, il Villaggio Morelli, per il suo valore storico-artistico-architettonico, ma anche per ciò che ha significato per la Valtellina come presidio sanitario nell’ambito di un altro “disastro”, quello determinato dal Coronavirus. Anche per questo si può esprimere un voto, altrettanto carico di significato simbolico e civico, oltre che di gratitudine per il lavoro svolto da tutti gli operatori sanitari che si sono sacrificati per la salute pubblica in questo anno “balordo”, con un semplice click a questo link https://www.fondoambiente.it/luoghi/ex-sanatorio-emorelli-e-parco?ldc

               Paolo Camanni                                                    Angelo Schena

Presidente Sez. Valtellinese del CAI  Presidente Fondazione Bombardieri